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Allattamento e Alimentazione: quanto ne sai?

L’allattamento al seno è molto più di un semplice atto di nutrimento, e ogni mamma lo sa!
È un’esperienza straordinaria che crea un legame speciale tra la madre e il bambino, al quale viene garantito uno sviluppo sano. Il latte materno, infatti, è un tesoro unico, ricco di tutti i principi nutritivi fondamentali che sostengono la crescita del neonato, fortificando il suo sistema immunitario e fornendogli una protezione naturale contro malanni e infezioni.
Ma non sarà solo il bambino a trarre beneficio dall’allattamento, bensì anche la mamma ha molto da guadagnare seguendo un’alimentazione sana durante questa fase speciale della vita: mantenersi ben nutrita e in salute è essenziale per il proprio benessere e per assicurare al piccolo un latte di qualità.

Scopriamo, quindi, come l’alimentazione diventa l’alleata numero uno nella meravigliosa avventura dell’allattamento al seno, non prima di aver visto quanto quest’ultimo sia importante per i nuovi arrivati!

1. Perché allattare al seno?

Poiché è ricco di tutti i nutrienti indispensabili per le prime fasi della vita, il latte materno rappresenta l’alimento più naturale e completo per il neonato: non solo è il metodo più efficace per il passaggio degli anticorpi materni al bambino, ma protegge anche la mamma dal tumore al seno, alle ovaie e dall’osteoporosi in età avanzata. In ultimo, ma non per importanza, fortifica il rapporto biologico ed emotivo madre-figlio, stabilendo una connessione di necessità reciproca che rimane immutata per almeno i 6 mesi successivi.

2. Quali i benefici dell’allattamento?

Trattandosi di un latte specie-specifico, ossia il più completo per il neonato dal punto di vista nutrizionale, non c’è alimento migliore che la madre possa offrire al proprio bambino.

Con il proprio latte, la mamma garantisce al figlio:
– nutrimento completo a 360°;
– corretto sviluppo intestinale;
– protezione da infezioni, soprattutto respiratorie e urinarie;
– sviluppo di anticorpi che prevengono gastroenteriti, otiti, allergie e asma;
– riduzione del rischio di diabete, obesità, malattie cardiovascolari e sindrome della morte in culla;
– sviluppo fisiologico della bocca e sviluppo psicomotorio;
– miglioramento della vista.

Anche per la mamma non mancano benefici. Con l’allattamento al seno consolida il proprio legame con il nascituro che, stimolando i capezzoli durante le poppate, induce la montata lattea (processo mediante il quale il colostro dei primi giorni, chiamato “latte di transizione”, cambia composizione per diventare “latte definitivo”) mettendo in circolo gli ormoni necessari a favorire la lattazione e l’involuzione uterina (ossia la diminuzione del volume cui l’utero va incontro dopo il parto).

L’allattamento, inoltre, aiuta la mamma a:
– perdere parte del peso accumulato durante la gravidanza;
– ridurre il rischio di sviluppare osteoporosi;
– ridurre il rischio di sanguinamento postparto;
– ridurre il rischio di anemia e malattie cardiocircolatorie;
– prevenire forme di tumore al seno e alle ovaie.

3. Quando allattare e per quanto tempo?

È consigliabile che l’allattamento avvenga, in maniera esclusiva, nei primi 6 mesi di vita.

Durante questo periodo, è importante che la madre capisca e assecondi le esigenze del figlio, non ponendo limiti di volte né di durata delle poppate, le quali possono considerarsi concluse solo quando il bambino si stacca spontaneamente dal seno. Forzarlo a poppare o, al contrario, allontanarlo prima che sia sazio non è mai un bene. In media, il neonato poppa dalle 8 alle 12 volte in 24 ore, a intervalli non sempre regolari; ma poiché la produzione del latte inizia quando il bimbo comincia a succhiare, non è necessario aspettare che il seno “si riempia” tra un pasto e l’altro!

Superati i 6 mesi, c’è bisogno che l’alimentazione del piccolo venga integrata con cibi complementari idonei, ed è qui che parte la fase dello svezzamento. In ogni caso, anche dopo essere stato svezzato, il bambino può continuare a essere allattato – per volere suo o anche della madre – fino ai 2 anni e oltre.

4. Il fabbisogno alimentare della mamma cambia con l’allattamento?

  • Cosa sapere sulle calorie.

Durante la gravidanza si verifica un aumento del tessuto adiposo (principale deposito di energia accumulato sotto forma di trigliceridi) che, all’incirca, impiega 120kcal per la produzione di 700-800ml di latte. Stando a questa media e tenendo in considerazione la quantità di latte che man mano il bambino andrà a poppare, si consiglia alla mamma di assumere le seguenti kcal giornaliere distribuite in sei pasti, dei quali tre principali (colazione, pranzo, cena) e tre secondari (spuntino di metà mattina, merenda pomeridiana, spuntino al bisogno):

 +450kcal dalla nascita del neonato fino al compimento del 1° mese;
+532kcal dal 1° al 2° mese;
+565kcal dal 2° al 3° mese;
+507kal dal 3° al 6° mese.

Non bisogna però dimenticare che questi dati sono influenzati dalla dieta e dalle condizioni fisiche-cliniche della madre, e proprio per questo è sempre bene rivolgersi a un esperto per ricevere delle corrette indicazioni alimentari.

  • Cosa sapere sulle proteine.

Durante l’allattamento c’è bisogno che la madre assuma un’adeguata quantità di proteine affinché riesca a produrre latte di qualità, ricco anch’esso delle proteine essenziali per la crescita e lo sviluppo del bambino.
Inoltre, come già detto, allattare richiede un alto dispendio energetico e le proteine sono indispensabili per fornire alla mamma energia, per sostenere sia i suoi processi metabolici che il suo sistema immunitario. Non solo!, le proteine favoriscono il ripristino dei tessuti corporei, la produzione di enzimi e ormoni, agevolando il recupero postparto e il benessere generale.

Considerando un apporto proteico normale di circa il 13,5%, si consiglia un’assunzione di +17g rispetto allo standard. È importante specificare, però, che ogni donna è diversa e per questo le esigenze proteiche potrebbero variare da mamma a mamma.

  • Cosa sapere su grassi, carboidrati e fibre.

I grassi sono particolarmente importanti durante l’allattamento poiché forniscono gli acidi grassi essenziali e semi-essenziali che, tramite il latte, raggiungeranno il bambino e saranno fondamentali per il suo sviluppo celebrale e visivo. È quindi consigliato per la mamma aumentarne l’assunzione (tenendo sempre conto delle esigenze della singola persona) tramite un’alimentazione bilanciata che includa acidi grassi polinsaturi, omega 3 e omega 6: oli vegetali, semi, noci, pesci grassi e carni bianche si pongono quindi alla base della dieta.

Anche i carboidrati concorrono all’energia necessaria alla madre per reggere la fatica fisica che comporta l’allattamento. È per questo che si consiglia di assumere carboidrati complessi – come quelli presenti in cereali integrali, legumi, tuberi e verdure – in modo che la mamma possa ricevere la giusta carica per produrre il latte, sostenere l’allattamento e favorire al contempo il funzionamento del proprio sistema digestivo.

Le fibre, infine, sono fondamentali per mantenere una buona salute dell’intestino. Durante l’allattamento, molte donne potrebbero sperimentare problemi di stitichezza o digestione lenta; ecco quindi che incrementare il consumo di frutta (soprattutto frutta con buccia commestibile), verdura, cereali integrali, legumi, semi e noci aiuta a prevenire o alleviare queste problematiche.

  • Cosa sapere su vitamine e minerali.

Rispetto al fabbisogno standard delle donne, quello di una madre in fase di allattamento richiede un significativo incremento di vitamine e minerali dovuto al notevole dispendio energetico. Ciò significa che la mamma dovrà assumerne un’adeguata quantità per supportare il metabolismo e mantenere buona la propria salute generale:

verdure a foglia verde (come spinaci, bietole, cavoli e broccoli), consumate sia cotte che crude, sono ricche di vitamine A, C, K e acido folico;
frutta fresca come mele, banane, arance, fragole, kiwi, meloni e in generale frutta fresca di stagione sono ottime fonti di vitamina C. Le banane, inoltre, sono ricche di potassio;
cereali integrali come riso integrale, quinoa, farro, avena e altre varietà forniscono carboidrati complessi, fibre, una serie di vitamine del gruppo B (B1, B2, B6) e acido folico;
legumi come fagioli, lenticchie, ceci, piselli e altre varietà sono fonti di proteine, fibre e minerali come ferro e zinco;
carne magra (come pollo, tacchino e manzo) e pesce grasso (come salmone, sgombro, tonno e aringhe) forniscono proteine, ferro e acidi grassi omega 3;
– le uova sono una fonte di proteine di alta qualità e contengono vitamine del gruppo B, vitamina D e minerali come ferro e zinco;
latticini come latte, yogurt e formaggi a basso contenuto di grassi (per limitare l’assunzione di grassi saturi) sono buone fonti di calcio, vitamina D e proteine;
frutta secca e semi come noci, mandorle, semi di chia, semi di lino, semi di girasole sono ricchi di vitamine, minerali e acidi grassi omega 3.

  • Cosa sapere sui liquidi.

È molto importante non sottovalutare la giusta assunzione di liquidi, fondamentale per l’eliminazione delle scorie e per la regolazione dell’equilibrio idrosalino (ossia il rapporto tra l’assunzione e la perdita di liquidi del corpo, regolato da diversi meccanismi fisiologici che mantengono costante la quantità di liquidi per il corretto funzionamento dell’organismo).

Considerando che l’acqua costituisce più del 75% del peso del corpo umano e che è presente nel latte materno in una percentuale che si avvicina all’80%, durante l’allattamento si consiglia alla mamma di bere almeno 2 litri di acqua al giorno, alternando tra un’oligominerale e una media mineralizzata, meglio se ricca di calcio proprio per soddisfare l’aumento del fabbisogno calcino che il particolare periodo richiede.
Oltre l’acqua, si possono assumere tranquillamente succhi di frutta fresca, tisane e infusi naturali.

5. Quali alimenti ridurre/evitare durante l’allattamento?

 È sicuramente da moderare l’assunzione di zuccheri aggiunti, ricchi sì di calorie ma inconsistenti dal punto di vista nutrizionale poiché privi di proteine, vitamine, minerali e amminoacidi essenziali. A questo proposito, è bene ridurre anche l’assunzione di dolcificanti sintetici solitamente utilizzati in sostituzione degli zuccheri aggiunti, facendo attenzione che la loro quantità complessiva non superi i 7g al giorno.

Caffè, alcol e bibite varie non sono completamente da eliminare, ma bisogna limitarne il consumo: un’eccessiva assunzione di caffeina (presente nel caffè, nel tè, in bevande energizzanti e gassate ma anche in alcuni alimenti come il cacao e la cioccolata) potrebbe interferire sul sonno del bambino, così come un’eccessiva assunzione di alcol potrebbe influire sul suo sviluppo.

 Anche gli alimenti che potrebbero contenere un alto numero di allergeni (come crostacei, arachidi, frutta secca, dadi per brodo, frutti di bosco, pomodori, cioccolato e agrumi) sono da diminuire per il periodo dell’allattamento: non essendo ancora chiare le cause che portano allo sviluppo di allergie, soprattutto in caso di predisposizione familiare, è preferibile evitare di esporre precocemente il neonato a eventuali rischi.

 Passando alle spezie, bisogna sapere che non tutti i bambini gradiscono il latte aromatizzato da sapori troppo forti. Qui entra in gioco l’attenzione della mamma che, da brava osservatrice, qualora dovesse accorgersi di un rifiuto/difficoltà delle poppate da parte del neonato, dovrà ridimensionare l’uso delle spezie nella propria alimentazione, limitandosi a utilizzare quelle meno invadenti.

Insaccati, selvaggina, crostacei, molluschi e in generale carne e pesce crudi potrebbero provocare disturbi intestinali al bambino, motivo per il quale è bene ridurne fortemente l’assunzione. Allo stesso modo, in caso il neonato soffra di coliche, dovrà essere premura della mamma eliminare momentaneamente dalla propria dieta quei cibi (come fagioli, frullati, lieviti e latticini) che potrebbero favorire la formazione di gas nell’intestino del piccolo.

6. Consigli utili.

In caso di alimentazione scorretta per tutto il periodo della gravidanza, c’è bisogno che durante l’allattamento la dieta della mamma venga rivalutata sia in termini di qualità che di quantità. Rivolgersi a un professionista, quindi, è d’obbligo. Non basta soffermarsi su quanto mangiare, ma un aspetto importante e spesso sottovalutato è come e quando mangiare: il consiglio è quello di prediligere cibi freschi (all’occorrenza anche surgelati) preparati con metodi di cottura semplici (vapore, cartoccio, griglia, in pentola a pressione o in padella senza eccedere con l’olio), evitando fritture e intingoli, non abbuffandosi in un unico pasto ma mangiando in maniera controllata nell’arco di tutta la giornata.

Infine è bene specificare che, benché sia terminata la gravidanza, il bambino continuerà a dipendere dalla madre per tutto il periodo dell’allattamento, motivo per il quale bisognerà che la mamma continui a pensarlo come un’estensione di sé, tenendo presente che ogni scelta alimentare sbagliata ricadrà sul neonato. Ecco perché, fintanto che non sarà concluso il percorso di allattamento, pensare a una qualsiasi dieta dimagrante estrema è fuori discussione poiché potrebbe nuocere alla salute del piccolo.

Tuttavia nulla vieta alla madre di rivolgersi a un esperto di alimentazione che, con le giuste competenze, l’aiuterà a seguire una dieta adeguata, completa e salutare, non solo capace di fornire sia a lei che al bambino il giusto nutrimento, ma anche in grado di riportarla alle idonee condizioni fisiche.

Dottor Antonio Molinaro

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