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allergia stagionale

Bella Stagione e Congiuntivite Allergica.

Se da un lato l’arrivo della primavera rappresenta una rinascita della natura e spesso anche dell’animo, dall’altro può rappresentare una spiacevole parentesi per chi soffre di allergie stagionali, le quali possono provocare anche fastidiosi disturbi oculari che vanno sotto il nome di “congiuntiviti allergiche”.

Scopriamo nel dettaglio tutto ciò che c’è da sapere.

1. Cos’è la congiuntivite allergica stagionale?

Si tratta di un’infiammazione della congiuntiva (membrana mucosa che ricopre la superficie anteriore del bulbo oculare e quella interna delle palpebre) provocata da una reazione allergica che, in determinati periodi dell’anno, colpisce oltre il 30% della popolazione.

2. Quali le cause?

Le cause sono da imputarsi a determinati allergeni volatili ai quali un soggetto può essere particolarmente sensibile e che, a partire dalla bella stagione, sono presenti nell’aria ed entrano in contatto con gli occhi.
A seconda del periodo, si distinguono diversi fattori scatenanti:

  • in primavera pollini di querce, olmi, ontani, betulle, faggi, frassini e olivi;
  • in estate graminacee ed erbe infestanti;
  • in autunno ambrosia e artemisia.

3. Quali i sintomi?

I sintomi possono variare da paziente a paziente, di giorno in giorno e da un anno all’altro in base alla quantità di pollini presenti nell’aria, alle condizioni atmosferiche e alla capacità di tolleranza dell’organismo. Solitamente i sintomi si sviluppano pochi istanti dopo il contatto con l’allergene e i primi a comparire sono prurito e bruciore a entrambi gli occhi, anche se occasionalmente potrebbe accadere che uno ne risenta maggiormente rispetto all’altro.

Il processo allergico, come citato prima, colpisce la congiuntiva che diventa rossa e talvolta edematosa, conferendo successivamente al bulbo oculare un aspetto gonfio e la sensazione di corpo estraneo nell’occhio. Le palpebre vanno incontro a un forte prurito che conduce al frequente sfregamento degli occhi, i quali in breve tempo risulteranno ancor più rossi, tumefatti e rovinati. Altro sintomo tipico è un’abbondante lacrimazione acquosa che, specie al mattino, potrebbe portare alla formazione di fastidiose croste sulle palpebre e sulle ciglia.

Alcune volte potrebbe capitare che la secrezione acquosa diventi densa e viscosa. Se ciò dovesse accadere, un approfondimento è d’obbligo in quanto potrebbe trattarsi di cheratocongiuntive allergica, condizione patologica che interessa contemporaneamente l’infiammazione della congiuntiva e della cornea (membrana trasparente che ricopre la parte anteriore dell’occhio attraverso la quale si può intravedere l’iride e la pupilla) e che, in alcuni soggetti, potrebbe portare alla formazione di piccole ulcere corneali responsabili di intenso dolore, calo della vista e fotofobia (fastidio alla diretta esposizione alla luce).

4. Diagnosi.

La diagnosi è nella quasi totalità delle volte molto semplice: dati i sintomi facilmente riconoscibili e le circostanze in cui si manifestano, sono rari i casi in cui vengono prescritti esami specifici per capire se si tratta di congiuntivite allergica oppure no.

Un test che invece viene eseguito di frequente è quello che riguarda le prove allergiche, grazie alle quali è possibile identificare l’allergene in modo da avere informazioni più dettagliate sul polline a cui si è sensibili e, di conseguenza, su quale sia il periodo dell’anno più delicato da affrontare.

5. Ci sono rischi o complicanze?

Nonostante si tratti di una condizione sì fastidiosa ma generalmente non pericolosa, non bisogna mai sottovalutarla.

Influendo sulle azioni della vita di tutti i giorni, comporta dei disagi che potrebbero interessare aspetti più o meno importanti della quotidianità: lavorare davanti al computer, per esempio, diventa complicato, complice anche la sensibilità alla luce degli schermi; nei casi gravi invece, in cui il gonfiore e la lacrimazione eccessiva impediscono una visione nitida, mettersi alla guida rappresenta un rischio non soltanto per sé ma anche per le altre persone.

C’è inoltre la possibilità che il disturbo diventi cronico o che, se non tenuto sotto controllo e trattato con cure specifiche, possa comportare complicanze anche a livello corneale (cheratocongiuntive allergica, di cui al punto 3).

6. Quali le cure e i trattamenti?

Il collirio è di certo il trattamento più indicato e consigliato per ridurre i fastidi oculari.

I colliri antistaminici possono aiutare a lenire prurito e irritazione. Sebbene alcuni di questi si trovino come farmaci da banco, è sempre meglio rivolgersi a uno specialista che prescriva il collirio più adatto al singolo caso.

Nelle situazioni d’infiammazione più gravi, invece, è preferibile curarsi utilizzando – dietro prescrizione medica – colliri a base di corticosteroidi. È importante, inoltre, che gli occhi vengano tenuti regolarmente sotto controllo dall’oculista per evitare che insorgano infezioni o che aumenti la pressione intraoculare.

In tutti i casi, una regola fondamentale è quella di evitare qualsiasi sostanza che possa causare ulteriori reazioni allergiche, come per esempio l’utilizzo di lenti a contatto.

7. È possibile la prevenzione?

Quando il periodo delle allergie stagionali si avvicina, è possibile prevenire il disturbo tramite un collirio a base di cromoglicato, che può contribuire ad attenuare in anteprima i sintomi.

Un ulteriore elemento da non sottovalutare quando si esce all’esterno, è l’utilizzo degli occhiali da sole: indossandoli, soprattutto in presenza di vento, si proteggeranno gli occhi evitando che entrino in contatto con gli allergeni volatili nell’aria.

Infine, anche delle semplici lacrime artificiali potrebbero fungere da barriera protettiva provvisoria contro i pollini, favorendone l’allontanamento e facilitando la rigenerazione del film lacrimale.

Dottor Roberto Miglietta

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