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La Nutrizione alla base di Guarigione e Prevenzione.

La guarigione è un processo straordinario che il nostro corpo affronta quotidianamente, una collaborazione intricata tra cellule e sistemi che cercano costantemente di riparare, rigenerare e mantenere l’integrità fisica. Questo processo, spesso dato per scontato, è il risultato di una complessa sinfonia di eventi biologici e chimici che richiede un’organizzazione ben precisa alla quale concorre un ingrediente segreto, una risorsa che il più delle volte si tende a svalutare: la nutrizione.

Alla base di ciò che mangiamo e alla velocità/efficacia con cui guarisce il nostro corpo, c’è un legame: nutrienti fondamentali come proteine, vitamine, minerali e grassi giocano un ruolo cruciale nel processo di guarigione, supportando la rigenerazione dei tessuti, il sistema immunitario e la riduzione dell’infiammazione. Ma andiamo per gradi.

L’IMPORTANZA DELLA NUTRIZIONE DURANTE IL PROCESSO DI GUARIGIONE.

In seguito a una lesione, a un intervento o a una malattia, il nostro organismo scatena una serie di reazioni che portano infine al processo di guarigione, comprendente tre fasi principali: l’infiammazione, la proliferazione e il rimodellamento dei tessuti e delle cellule danneggiate.

Durante questo processo, il corpo attraversa uno stadio di ipermetabolismo: letteralmente spezza più proteine e grassi possibili per ottenere energia e materiali utili per riparare i danni, portando a una diminuzione totale delle riserve proteiche corporee e a un progressivo deterioramento muscolare.

È qui che entra in gioco la nutrizione, il cui obiettivo è quello di sostenere il corpo durante lo stato ipermetabolico, fornendo le calorie e le proteine necessarie alla riparazione dei tessuti e impedendo la perdita di massa magra. La nutrizione mira anche ad accertare le risposte infiammatorie e immunitarie, mantenendo sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue.

  • La nutrizione durante l’infiammazione.

La prima fase del processo di guarigione è l’infiammazione, fondamentale poiché innesca i meccanismi di ripresa. Un’infiammazione prolungata e/o eccessiva, però, può portare a effetti controproducenti.

Per ovviare al problema, è possibile adottare strategie alimentari come l’integrazione degli acidi grassi omega 3 che contribuiscono ad alleviare lo stato infiammatorio, apportando benefici soprattutto per i pazienti immobilizzati e favorendo la sintesi delle proteine muscolari.

Sono quindi consigliati alimenti come:
sardine, salmone, sgombro e tonno;
frutta e verdure ricche di antiossidanti (bacche, ciliegie, mele, spinaci, broccoli e carote);
olio extravergine d’oliva, ottima fonte di grassi monoinsaturi;
noci e semi ricchi di grassi sani, fibre e antiossidanti (mandorle, semi di lino e semi di chia);
legumi e cerali integrali (ceci, lenticchie, fagioli, quinoa, farro, avena e riso integrale) ricchi di fibre e proteine vegetali;
spezie dalle proprietà antinfiammatorie (curcuma e zenzero).

In questa fase è altresì importante limitare il consumo di quelle vivande che potrebbero favorire l’infiammazione, come carni processate, cibi fritti, oli vegetali e grassi saturi.

  • La nutrizione durante la proliferazione.

Nel corso della proliferazione, il corpo lavora per guarire i tessuti danneggiati: questi vengono puliti e rimossi, mentre si formano vasi sanguigni per aumentare l’apporto ematico nella zona ferita. Allo stesso tempo l’organismo crea una sorta di tessuto momentaneo che si sostituisce a quello deteriorato, un “ponte” per permettere alla zona lesa di iniziare a guarire.

In questa fase è importante seguire un’alimentazione che fornisca abbastanza nutrienti ed energia per aiutare il recupero, senza però aumentare il peso o la massa grassa.

Si consigliano:
proteine magre (pesce, pollame, tofu e legumi) che aiutano la formazione di nuovi tessuti;
cereali integrali (riso integrale, quinoa, farro e avena) che fornisco carboidrati complessi, necessari per mantenere stabili i livelli di energia;
frutta e verdure ricche di minerali, vitamine e antiossidanti che supportano la guarigione;
grassi sani (avocado, olio extravergine d’oliva, noci e semi) importanti per la produzione di energia;
latticini magri (yogurt e latte scremato o bevande a base di noci), fornitori di calcio e proteine;
uova, importante fonte di proteine e amminoacidi essenziali per la guarigione;
– molta acqua per mantenersi idratati e favorire il recupero;
alimenti ricchi di vitamina C (agrumi, fragole, kiwi e peperoni) che favoriscono la formazione del tessuto connettivo e il risanamento delle ferite.

È quindi importante limitare il consumo di quegli alimenti che potrebbero ostacolare il processo di guarigione, quali:
alimenti ad alto contenuto di zuccheri aggiunti (bevande zuccherate, dolci, cibi ricchi di zuccheri raffinati);
alimenti ad alto contenuto di grassi saturi (carni grasse e latticini interi) e grassi trans (presenti nei cibi fritti e nei prodotti da forno industriali);
alcol;
alimenti ad alto contenuto di sodio in quanto potrebbero causare ritenzione idrica e gonfiore, controproducenti per la guarigione;
alimenti altamente processati e allergenici, da ostacolo per il processo di risanamento;
alimenti fortemente piccanti o speziati, poiché potrebbero provocare ulteriore irritazione alla zona lesa;
alimenti con elevato contenuto di caffeina in quanto quest’ultima potrebbe interferire con il sonno e il riposo, indispensabili per una pronta guarigione.

  • La nutrizione durante il rimodellamento dei tessuti e delle cellule.

Nella fase di rimodellamento, il tessuto temporaneo formatosi in precedenza viene gradualmente sostituito da un altro più robusto e definitivo. Durante il processo, è importante fornire al corpo il sostegno nutrizionale di cui ha bisogno per completare la guarigione, garantendo così la formazione di nuove cellule e nuovi tessuti intatti e funzionali.

Continuare a seguire una dieta sana e soprattutto ricca di proteine magre è fondamentale, in quanto rimangono le principali alleate per la sintesi dei tessuti e la costruzione muscolare. Non devono poi mancare vitamine, minerali, acidi grassi omega 3, fibre e cereali integrali facilmente assumibili tramite i cibi prima elencati, con aggiunta di alimenti ricchi di collagene (brodo d’osso, pelle di pollo non eccessivamente grassa, pesce e gelatina), indispensabile per la salute di epidermide, ossa, articolazioni e tessuti connettivi. Infine, ma non per importanza, bere sempre molta acqua per mantenere alto il livello di idratazione.

In egual misura, si raccomanda di continuare a evitare gli stessi cibi sconsigliati durante il periodo di proliferazione.

LA NUTRIZIONE A CAPO DELLA PREVENZIONE.

Nutrirsi in maniera adeguata e seguire un corretto stile alimentare non è indispensabile solamente in periodo di guarigione, ma diventa un importante metodo preventivo contro malattie e disturbi di vario genere.

Fin dall’antichità è apparso evidente come il benessere umano sia strettamente legato a ciò che si mangia: il cibo può avere effetti positivi o negativi sulla salute, rendendo più forti o più deboli, apportando un aumento del peso o un rafforzamento dei muscoli.

Numerosi studi hanno confermato che una dieta equilibrata concorre alla prevenzione di diverse patologie quali infarti, ictus, ipertensione, disturbi neurodegenerativi, diabete, obesità e persino alcune forme di cancro. Disfunzioni, queste, spesso associate a uno stile di vita caratterizzato da eccessivo consumo di cibo e insufficiente attività fisica.

Ma cosa significa seguire un’alimentazione sana e corretta?

Per capire quale sia il migliore approccio alimentare, è necessario identificare gli errori critichi da evitare; in tal modo si potranno adottare nuove abitudini nutrizionali che rispettino non solo una dieta sana ma anche i gusti personali.

Esistono alcuni sbagli alimentari, associati a numerose malattie, che possono influire sulla salute. La loro correzione rappresenta il primo passo per prevenire suddette patologie e prolungare l’aspettativa di vita.

– Tenere sotto controllo gli acidi grassi.

La dieta-tipo occidentale fornisce una quantità eccessiva di acidi grassi polinsaturi omega 6 a causa dell’alto consumo di prodotti industriali (contenenti per la maggior parte olio di semi di girasole), di carne e derivati animali (ricchi di acido arachidonico) aventi effetti infiammatori e dannosi per il corpo.

Al contrario, l’organismo umano necessita invece di un apporto di acidi grassi polinsaturi omega 3 (derivanti dal pesce), di acidi grassi monoinsaturi (contenuti nell’olio extravergine di oliva) e accetta piccole quantità di acidi grassi saturi come quelli presenti nel burro.

– Tenere sotto controllo il bilancio dei principali nutrienti.

Negli ultimi tempi è cambiato il modo di mangiare, sia in termini di quantità che di qualità.
Oggi si ingeriscono molti più carboidrati (spesso provenienti da cereali piuttosto che da frutta e verdura) rispetto a grassi buoni e proteine. La quantità di carboidrati dovrebbe invece essere correlata al movimento, aumentandola in caso di intensa attività fisica e diminuendola in caso di sedentarietà.

Allo stesso modo, prediligendo alimenti confezionati si rischia di non assumere abbastanza vitamine e nutrienti essenziali. Problematica risolvibile scegliendo cibi genuini e non processati, con particolare attenzione ai prodotti ortofrutticoli.

– Tenere sotto controllo l’equilibrio acido-base e il rapporto sodio/potassio.

Nutrirsi esageratamente di cereali e cibi di origine animale porta l’organismo a tendere all’acidosi, costringendolo ad attivare dei maccanismi di difesa per ristabilire l’equilibrio. Ecco perché, per evitarlo, è importante mangiare alimenti alcalinizzanti, primi fra tutti le verdure.

Ulteriore errore da correggere è l’eccessivo sodio contenuto nella dieta moderna, al contrario del potassio che invece risulta carente. Entrano nuovamente in gioco frutta e verdura, principali fonti di potassio, mentre il sale è da evitare, così come i prodotti confezionati troppo sapidi.

– Tenere sotto controllo il contenuto di fibre.

Mangiare molti cibi raffinati escludendo verdure, cereali integrali e frutta potrebbe portare a non raggiungere la quantità consigliata di 25g di fibre al giorno, inducendo di conseguenza un continuo senso di fame e l’insorgere di malattie intestinali.

Tenere presenti gli errori alimentari da evitare significa anche tenere presenti i cibi che invece è consigliato mangiare. Nonostante tutto, la nutrizione preventiva non si basa solo sui singoli alimenti, ma sulla totalità dell’alimentazione, che dev’essere sana, completa ed equilibrata. Questo significa evitare gli eccessi, soprattutto di quegli alimenti particolarmente dannosi come carni lavorate, carni troppo cotte, alcol e zuccheri; in contemporanea bisogna promuovere l’inclusione di alimenti protettivi per l’organismo come verdure (specialmente le crucifere cavoli, broccoli, verza, cime di rapa, rafano, senape), spezie, cibi ricchi di fibre e legumi. Seguendo queste linee guida e cercando l’equilibrio nell’alimentazione quotidiana, si possono fornire al corpo le migliori chance preventive per una vita più sana e in forma.

In conclusione, la chiave sta nell’attenzione e nella cura di ciò che mettiamo sulla tavola, poiché ciò che introduciamo nell’organismo può davvero fare la differenza nella nostra salute a lungo termine!

Dottor Antonio Molinaro

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